La felicità la rivoluzione: questo il tema scelto per i primi dieci anni di Salerno Letteratura, in programma dal 18 al 25 giugno a Salerno.
Una sfida coraggiosa: in un momento storico contrassegnato da crisi profonde è difficile interrogarsi sulla felicità che la letteratura stessa fa fatica a sondare, ma forse – come indicava provocatoriamente Pier Paolo Pasolini, a cui, in occasione dei cento anni dalla nascita, sarà dedicato un percorso, Pasoliniana – felicità e rivoluzione sono profondamente legate.
Tantissimi eventi animeranno il centro storico di Salerno con ospiti di primissimo piano come Massimo Cacciari, Aldo Cazzullo, Alan Friedman, Eva Cantarella e Ermal Meta.
Tra gli appuntamenti in programma, l’evento “Guarire i ciliegi. La cura e la bellezza”. Un incontro dedicato ai progetti “La cura e la bellezza” e “Opere in parole” di Humanitas Gavazzeni. Un’occasione di riflessione sul valore terapeutico dell’arte e “per testimoniare la vicinanza della città di Salerno a Bergamo, durante i momenti drammatici da questa vissuti durante la prima fase della pandemia”, si legge nel comunicato stampa di presentazione del Festival.
Appuntamento martedì 21 giugno alle ore 21.30 al Museo Diocesano di Salerno.
Humanitas Gavazzeni con relatore il dottor Emilio Bombardieri, direttore scientifico di Humanitas Gavazzeni e Castelli, racconterà a Salerno Letteratura i due progetti.
Il primo, “La cura e la bellezza” vede venticinque dettagli di dipinti selezionati dalla collezione dell’Accademia Carrara e ingranditi in maxiformato, i quali accompagnano pazienti, familiari e operatori sanitari nei reparti degli ospedali Gavazzeni e Castelli. Il secondo il progetto ha dato voce agli sguardi, sorrisi e volti di quei dipinti esposti nei corridoi, nelle degenze e reparti grazie alle storie scritte da undici narratori e artisti della cultura italiana.
Tra di loro, Tony Laudadio, attore, scrittore, regista e musicista che parteciperà al Festival e chiuderà l’incontro di Humanitas Gavazzeni.
Laudadio per Humanitas è autore di cinque storie, “Cinque ritratti immaginari”, come lui stesso li ha definiti. Ispirato dai ritratti di Cariani, del giovane del Fra’ Galgario, del Piccio, di Pitocchetto e Cesare Tallone, Laudadio ha ambientato le sue storie nel passato mettendo in primo piano: un uomo colto e la sua coscienza, un autoritratto nato come pegno d’amore, la sciocca gelosia di un marito per un pittore, la bellezza della gioventù immortalata in un ritratto, il carattere di una ragazza orgogliosa dei suoi capelli rossi.