Una festa allegra e sorridente quella che si è svolta nel pomeriggio di giovedì 9 dicembre in Villa Elios: l’Alzheimer Cafè si è ritrovato per la tradizionale festa di Natale per i consueti auguri e sorrisi.
Protagonisti del momento conviviale i caregiver del progetto, l’équipe di Neurologia diretta dalla dottoressa Paola Merlo, gli psicologi Raquel Taddeucci e Andrea Algeri e i volontari di Insieme con Humanitas, coordinati da Maura Gavazzeni e Maria Bellati, che si sono riuniti per gli auguri di Natale dedicati ai malati di Alzheimer e i loro famigliari.
Ad unirsi agli auguri natalizi e per il nuovo anno, anche Massimo Castoldi, direttore sanitario di Humanitas Gavazzeni e Castelli, ed Emilio Bombardieri, direttore scientifico di Humanitas Gavazzeni e Castelli.
«Che siano feste natalizie e un nuovo anno ricco di ottimismo ed entusiasmo con la speranza che dopo un lungo periodo di fatiche e privazioni potremo tornare alla normalità», hanno augurato il dottor Bombardieri e il dottor Castoldi in particolare ai pazienti del progetto Alzheimer Cafè che, per il secondo anno di fila, non hanno potuto essere presenti a causa della pandemia Covid-19.
Tavola imbandita come si confà in questi giorni di festa, musica, parole cariche di commozione e tante chiacchiere tra persone che si vogliono bene e che portano avanti un progetto speciale di cura da undici anni.
«L’Alzheimer Cafè è un’iniziativa, un lavoro importante che unisce scienza e assistenza, che vede insieme pazienti, medici, psicologici, volontari, caregivers – racconta Paola Merlo –. Durante la pandemia il progetto degli “Amici del giovedì” non si è fermato ed è proseguito con incontri virtuali su piattaforma web, visite domiciliari e contatti telefonici».
Negli anni l’obiettivo è sempre stato quello di creare una situazione di condivisione con i malati di demenza, seppur per un pomeriggio prima nei locali di Villa Elios e da due anni in quelli della Casa del Giovane di via Gavazzeni.
Scienza e assistenza in un unico contesto
I gruppi dell’Alzheimer Cafè sono composti da 12-15 persone affette da patologie delle demenze, ognuna di loro con un accompagnatore, che può essere un parente, un volontario o un assistente privato
«Il nostro scopo – spiega la dottoressa Merlo – è donare supporto alle famiglie che hanno al loro interno persone affette da demenze, aiutarle a vivere la nuova condizione imposta dalla malattia e, soprattutto, farle sentire meno sole nel difficile compito di gestione della persona cara ammalata».
All’interno del Cafè vengono svolte varie attività, che vanno da laboratori sensoriali a progetti di stimolazione cognitiva, dal coinvolgimento nel racconto di storie personali a partire da vecchie foto di famiglia alla musica, dalla ginnastica dolce alla visione di video. Non sono mancate, in tutti questi anni, nemmeno gite “fuori sede” come ad esempio quella al Museo Accademia Carrara di Bergamo.