La chirurgia dell’obesità è un trattamento molto efficace per alcune forme di obesità – in particolare per quelle che rientrano nel novero dell’obesità patologica – per cui la semplice terapia conservativa, basata su dieta ed esercizio fisico, non risulta essere sufficiente alla loro cura.
Ne parliamo con Bernardo Marzano, Responsabile dell’Unità funzionale di Chirurgia dell’Obesità di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.
Dottor Marzano, che cosa si intende per “obesità patologica”?
«Per obesità patologica si intende una obesità di terzo grado ovvero un BMI (indice di massa corporea) maggiore o uguale a 40 oppure un’obesità di secondo grado, ossia un BMI compreso tra 35 e 39.9, associata ad altre patologie come l’ipertensione, il diabete mellito di tipo 2, problemi respiratori come le apnee nel sonno (OSAS), dislipidemie, patologie articolari da carico o malattia da reflusso gastro-esofageo. La chirurgia bariatrica è presa in considerazione solo in queste condizioni».
Quando si può pensare alla necessità di un intervento di chirurgia dell’obesità?
«Come detto, il trattamento chirurgico viene indicato quando si registra un fallimento della terapia conservativa. Quindi è necessario verificare se effettivamente sono stati fatti tentativi per dimagrire con dieta ed esercizio fisico. In genere però chi si rivolge al chirurgo bariatrico ha, nel corso della sua vita, tentato decine di diete con risultati fallimentari nel breve o nel lungo periodo. A quel punto il chirurgo, insieme al team bariatrico composto da endocrinologo, psicologo e dietista, valuta il grado di “compliance” del paziente ossia la sua capacità di farsi promotore di un cambiamento che comporterà l’intervento chirurgico, maggiore attenzione alla scelta degli alimenti e disposizione all’esercizio fisico. Ciò avrà grande importanza per la riuscita del trattamento nel lungo periodo. Si procederà quindi con l’intervento chirurgico che comporterà principalmente inappetenza e sazietà precoce. Successivamente, il compito del team multidisciplinare, sarà di accompagnare e supportare il paziente durante il suo percorso di guarigione».
L’intervento di chirurgia dell’obesità è molto invasivo?
«Nei Centri specializzati di riferimento, come è quello di Humanitas Gavazzeni, la chirurgia dell’obesità è poco invasiva. Nella maggioranza dei casi l’intervento non prevede un trauma eccessivo. Non sono previste di norma sonde nasali, catetere vescicale, drenaggi. Già subito dopo l’intervento ci si alza e si cammina in autonomia. Il giorno dopo l’intervento, si ricomincia ad alimentarsi per bocca con dieta liquida e, in seconda giornata, si può già tornare a casa».
Qual è la percentuale di buona riuscita di un intervento chirurgico dell’obesità?
«La chirurgia consente una risoluzione del problema nella grande maggioranza dei casi. L’obiettivo è quello di ridurre l’eccesso del peso di circa il 70-80%, un risultato ambizioso, che evidenzia quanto risulti efficace la chirurgia in questo ambito».
L’intervento di chirurgia dell’obesità può prevedere delle complicanze?
«Se effettuato nei Centri di riferimento e quindi da chirurghi esperti nel campo specifico, con una conoscenza completa degli aspetti tecnici da affrontare durante l’intervento e nelle fasi successive, l’intervento di chirurgia bariatrica è complesso ma poco invasivo. Porterà nei tempi brevi di alcune settimane a un vistoso calo ponderale che procederà nei mesi successivi con un miglioramento drastico di tutte le patologie correlate all’obesità. Ci si potrà giovare di un progressivo benessere fisico e psicologico. Le persone in genere saranno felici di questo cambiamento. Di contro, trascurando un’obesità patologica le condizioni dell’organismo peggioreranno progressivamente con una riduzione sia della qualità sia della stessa durata di vita».