Novembre è il mese dedicato alla salute dell’uomo e alla prevenzione dei tumori maschili, come quello alla prostata, tra i più diffusi nella popolazione maschile, che si può curare se diagnosticato precocemente.
Si stima infatti che questo tumore rappresenti circa il 10% di tutti quelli diagnosticati in Italia e il 70% dei malati riesce a sconfiggere la malattia grazie alla diagnosi precoce.
Di tumore alla prostata parliamo con il dottor Emanuele Micheli, responsabile dell’Unità Operativa di Urologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.
Dottor Micheli, quali sono le cause del tumore alla prostata?
Le cause non sono ancora del tutto chiare; sappiamo però che questa neoplasia è provocata da una mutazione del DNA delle cellule che determina una proliferazione anomala delle stesse le quali, accumulandosi, danno forma al tumore.
Quali sono i fattori di rischio?
Innanzitutto l’età: è difficile che questo tumore si manifesti sotto i 45 anni. L’età media dei nostri pazienti è di circa 65 anni. Poi la familiarità: gli uomini che hanno familiari di primo grado che hanno avuto questo tipo di tumore hanno il doppio delle possibilità di esserne vittime rispetto a chi non ha avuto malati in famiglia. Altri fattori possono essere l’obesità, e seguire una dieta troppo ricca di grassi saturi.
Quali sono i consigli di prevenzione?
Sicuramente l’alimentazione. Sono da preferire cibi che contengono sostanze antiossidanti (come vitamina A e vitamina E, selenio, zinco e manganese). Largo dunque a pomodori, broccoli, agrumi e noci; bene anche carne e cereali integrali.
Quali sono, invece, i cibi da ridurre?
Il consumo di alimenti che possono irritare la prostata come caffè, cioccolato, superalcolici e frutti di mare. È importante inoltre controllare la funzionalità del proprio intestino che deve essere regolare: stipsi cronica o diarrea possono scatenare fenomeni irritativi capaci di coinvolgere, oltre all’intestino, anche la prostata.
È indicata anche l’attività sportiva per prevenire il tumore alla prostata?
Sì, perché bisogna favorire la circolazione sanguigna anche a livello pelvico. Il metodo migliore è quello di praticare un’attività sportiva moderata ma costante, corrispondente a una camminata giornaliera di circa 30 minuti. Nessuna controindicazione alla bicicletta tranne nei casi di prostatiti in atto; nel caso meglio evitare “la sella” perché i microtraumi perineali possono peggiorare i processi infiammatori prostatici.
E’ prevenzione anche il controllo periodico?
Certamente, a partire dai 40-45 anni – ma anche prima, se si è soggetti “a rischio” – è consigliabile sottoporsi a una prima visita urologica di controllo. Dai 50 anni in poi, è buona regola eseguire visita urologica annuale e un esame del sangue al fine di verificare il dosaggio del PSA, sostanza che quando si presenta con livelli al di sopra del range, può essere un alert della presenza di tumore.