Il dolore cronico mina fortemente la qualità della vita di moltissime persone, sia a livello fisico sia a quello psichico. Nonostante questo, viene spesso sottovalutato perché insorge a seguito di un trauma o di un intervento chirurgico e, seppur invalidante, si tende a concentrarsi più sulla causa piuttosto che sull’effetto e per questo finisce per essere accettato.
«Il dolore cronico – spiega Gianbattista Villa, responsabile della Terapia del Dolore di Humanitas Gavazzeni Bergamo – è un dolore che prosegue oltre il normale decorso di una malattia acuta o oltre il tempo di guarigione previsto. Spesso deriva da un trauma, da un’infezione o da un intervento chirurgico che, una volta guariti, lasciano un dolore costante e persistente. Oggi oltre al “dolore sintomo”, ad esempio per la frattura di un braccio, parliamo anche il “dolore malattia” di fronte a una situazione di dolore regionale complesso e persistente».
La radiofrequenza interrompe lo stimolo doloroso
Le patologie che possono provocare un dolore cronico – che, se non trattato tempestivamente, può limitare in modo sensibile la qualità di vita delle persone –, sono numerose: lombalgie, dolori delle spalle, del collo, del ginocchio, di cefalee compresa l’emicrania, dolore neoplastico, neuropatico, ischemico, dell’Herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio) e nevralgie del trigemino per citare le più diffuse.
«È sbagliato pensare che questi dolori si debbano sopportare, che debbano diventare parte della nostra vita – aggiunge il dottor Villa –. Nel caso in cui le terapie farmacologiche non siano sufficienti, si possono utilizzare – fin dagli Anni ’80 – terapie come la radiofrequenza, che, a seconda dei singoli e specifici casi, permettono di risolvere o ridurre il dolore cronico con percentuali importanti».
La radiofrequenza è una tecnica di interruzione temporanea o definitiva dello stimolo doloroso. «Agisce in prossimità di nervi, gangli, o delle vie del dolore – spiega lo specialista – alterando la funzionalità di particolari nervi o fibre nervose. È un metodo testato e validato che permette di essere precisi (nella scelta della temperatura, nella quantità di correnti erogate), efficaci e sicuri».
La radiofrequenza non produce cicatrici cutanee
Il trattamento di radiofrequenza viene effettuato in ospedale in Day Surgery. Si tratta di una procedura chirurgica che si esegue su paziente sveglio, in anestesia locale, sotto guida radiologica e con mezzo di contrasto. Attraverso uno o più aghi collegati a un generatore, permette di trasmettere corrente a radiofrequenza per ricondizionare o interrompere il funzionamento del nervo che manda segnali di dolore al cervello e, quindi, ridurre o annullare il dolore.
«Questo tipo di procedura chirurgica è efficace, sicura, non dolorosa e non produce cicatrici cutanee – conclude Giambattista Villa che vanta una certificazione internazionale FIPP come medico specialista in tecniche antalgiche mininvasive –. Quando eseguita da uno specialista esperto garantisce un’estrema sicurezza. Per quanto riguarda il sollievo dal dolore, dipende dal singolo caso: può durare per sempre come invece dai 3 ai 12 mesi, periodi comunque importanti per chi soffre quotidianamente di dolore cronico».
(Ispirato all’articolo “Il dolore cronico. La radiofrequenza utile per controllarlo” pubblicato domenica 13 settembre 2020 sul quotidiano “L’Eco di Bergamo”)