Nell’ambito oncologico la ricerca clinica è in continua evoluzione e sta permettendo di agevolare con grande rapidità l’utilizzo di nuove classi di farmaci, sempre più efficaci nel combattere varie tipologie di tumori “solidi” e del sangue.
Molti sono, già oggi, i trattamenti innovativi a disposizione per la cura di pazienti con tumore polmonare, mesotelioma pleurico, melanomi cutanei, tumori della mammella, della prostata, del tratto urinario, tumori ematologici e altri ancora.
«Si tratta di nuove armi terapeutiche con le quali possiamo ottenere riduzioni significative e di lunga durata di malattie avanzate, e con cui possiamo anche aumentare le guarigioni di persone affette da tumori localizzati – spiega il dottor Tommaso Martino De Pas, responsabile dell’Oncologia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo –. Rispetto al passato, un balzo enorme compiuto riguarda il fatto che la maggioranza di queste nuove terapie è “non chemioterapica” e si basa su differenti meccanismi di azione antitumorale».
Tra i nuovi trattamenti, gli anticorpi “coniugati” e “bispecifici”
Ad oggi, dunque, quando si rivolgono a istituti ospedalieri in cui viene portata avanti la ricerca, tra i quali è da inserirsi Humanitas Gavazzeni, molti pazienti con tumori possono ricevere trattamenti che sono da annoverare tra queste nuove conquiste. «Un grande e significativo passo avanti – precisa il dottor De Pas – è quello che riguarda il rapido sviluppo di “anticorpi coniugati”. Si tratta di anticorpi, che vanno immaginati come trasportatori capaci di arrivare in modo specifico alle cellule tumorali, che vengono associati a molecole molto efficaci dal punto di vista antitumorale, che vengono “scaricate” all’interno del tumore ottenendone così una regressione maggiore e duratura».
Un’altra nuova strategia che sfrutta la precisione degli anticorpi si basa su quelli definiti “bispecifici”: «In questo caso – spiega l’oncologo di Humanitas Gavazzeni – un primo braccio dell’anticorpo si àncora alla cellula tumorale e un secondo si lega a una cellula killer del nostro sistema immunitario, in modo tale da amplificare la distruzione mirata del tumore da parte delle difese del nostro organismo».
I farmaci immunoterapici e le altre nuove terapie
Un traguardo significativo riguarda inoltre lo sviluppo di nuovi farmaci immunoterapici, con la cui assunzione è possibile potenziare i nostri linfociti “togliendo il freno” che il tumore ha loro imposto e rendendoli capaci di individuare tumori fino a quel momento rimasti nascosti, rendendoli visibili e vulnerabili alle nostre armi difensive, dalle quali vengono invasi fino a esserne distrutti.
E l’elenco non si ferma qui, se si pensa, ad esempio, alle nuove terapie “a bersaglio molecolare” «capaci di spegnere in modo mirato l’interruttore di crescita che in maniera anarchica stimola la formazione del tumore – conclude il dottor De Pas –, o alle nuove terapie endocrine, in grado di modulare sempre più l’attività ormonale che regola la crescita dei tumori dipendenti da estrogeni e androgeni, tra cui ci sono quelli mammari e quelli della prostata».