Il freddo alle mani e ai piedi è uno dei disturbi più comuni della stagione invernale che può portare anche a rigidità muscolare e articolare. Ma quando un sintomo diffuso, che rappresenta una marcata sensibilità alle basse temperature invernali, può nascondere una patologia? L’abbiamo chiesto al dottor Giovanni Esposito, responsabile della chirurgia vascolare di Humanitas Gavazzeni.
Dottor Esposito, il freddo a mani e piedi può essere spia di un problema circolatorio?
“Nei mesi più freddi è abbastanza normale percepire le estremità degli arti superiori ed inferiori più fredde rispetto al resto del corpo dal momento che, quando siamo esposti a basse temperature, cerchiamo di preservare il calore negli organi interni attraverso un meccanismo fisiologico di vasocostrizione periferica e, di conseguenza, di riduzione del flusso sanguigno verso le estremità come mani e piedi. A volte questo fenomeno però non avviene per una causa fisiologica, ma per una patologia”.
Vale a dire?
“Le cause che possono portare a un’ alterazione del circolo periferico sono molteplici. Tra le più importanti c’è il diabete, le arteriopatie obliteranti croniche (patologia che determina un lento ma progressivo restringimento delle arterie), la malattia di Raynaud che consiste in un eccessivo ed anomalo restringimento dei vasi sanguigni di mani e piedi se esposti a basse temperature, l’ipotiroidismo o l’uso di alcuni farmaci come i beta-bloccanti”.
Quando dobbiamo preoccuparci?
“I campanelli d’allarme devono scattare quando la sintomatologia si presenta anche in estate e le estremità sono costantemente ipotermiche. Altri segnali da tenere in considerazione possono essere anche il cambiamento del colore di piedi e mani, come dita pallide, cianotiche o bluastre. Oppure la comparsa di lesioni trofiche, come ulcere, o se iniziamo ad avere difficoltà a camminare o alterazioni della sensibilità”.
Chi sono le persone a soffrire maggiormente del freddo a mani e piedi?
“Le giovani donne sono sicuramente più esposte a fenomeni fisiologici così come alla malattia di Raynaud. Nel sesso femminile infatti gioca un ruolo importante il fattore ormonale perché la più elevata presenza di estrogeni espone maggiormente alle basse temperature. Negli uomini, invece, sono più diffuse le arteriopatie obliteranti croniche e il diabete”.
Come si può prevenire?
“Dipende dalla causa. Se nella maggioranza dei casi si tratta di un fenomeno fisiologico, il consiglio è proteggere le estremità dal freddo con abbigliamento termico ed evitare di manipolare oggetti ghiacciati o troppo freddi a mani nude. Un consiglio che do specialmente ai più piccoli che spesso giocano con la neve senza i guanti. Negli altri casi è importante identificare precocemente la causa scatenante per mettere in atto la corretta terapia. In linea generale, per non causare patologie a livello circolatorio, le indicazioni sono di non fumare, bere alcolici con moderazione e non eccedere con la caffeina che è un potente vasocostrittore”.
Quanto conta l’alimentazione?
“L’alimentazione è molto importante per prevenire casi di alterazione del circolo periferico. Il consiglio è seguire una dieta equilibrata, ridurre l’assunzione di caffeina e bevande alcoliche, privilegiare l’assunzione di frutta e verdura ricche di vitamine e sali minerali. Recenti studi hanno anche dimostrato che il peperoncino piccante e le foglie di ginkgo biloba aiutano a migliorare la circolazione”.
È utile anche l’attività fisica?
“L’esercizio fisico, se moderato, rappresenta un ottimo aiuto nei problemi di circolazione: come il pilates o lo yoga. Attenzione a praticare sport d’inverno all’aperto: l’elevata richiesta di sangue verso la massa muscolare può aumentare il freddo alle estremità. Il consiglio è proteggersi adeguatamente con indumenti termici che non disperdono il calore dalle estremità”.