Il poter consumare pasti all’aperto è uno dei piaceri della stagione estiva. In montagna, stesi su un prato gustando un panorama ricco di prati, boschi e vette che si stagliano nel cielo, o al mare, sulla spiaggia, davanti alla vastità del mare.
Un piacere da vivere con la famiglia e gli amici che, se non affrontato nel migliore dei modi, può trasformarsi in una situazione che può rivelarsi pericolosa per la salute.
Particolare attenzione va infatti prestata ai cibi che si consumano durante i pic-nic: se non cucinati o conservati a dovere possono essere portatori di infezioni anche molto pericolose per il nostro organismo, come ad esempio la salmonella.
Ne parliamo con la dottoressa Stefania Setti, medico nutrizionista responsabile dell’Ambulatorio di Nutrizione Clinica e Dietetica di Humanitas Gavazzeni Bergamo.
Come e quando si formano i “nemici” da cui ci dobbiamo difendere quando facciamo un pic-nic?
«Le tossine e gli elementi patogeni possono svilupparsi nei cibi quando si hanno valori non consoni di temperatura, che non risulta essere in genere ideale per il mantenimento dei cibi, di concentrazione di acidi, il cosiddetto ph, e di contenuto di acqua libera, perché i cibi disidratati non possono ovviamente essere più considerati freschi, ovviamente, e divengono vulnerabili dal punto di vista della proliferazione di batteri».
Tra questi, qual è l’elemento che deve essere tenuto sotto maggiore controllo?
«È senz’altro la temperatura. Quando si preparano cibi destinati a essere consumati dopo alcune ore e all’aperto, oltre a osservare tutte le norme igieniche di cottura si deve porre grande attenzione alla loro conservazione. Tenendo conto di un aspetto non secondario: gli agenti patogeni possono proliferare non solo in presenza di temperature troppo alte, ma anche quando ci sono temperature troppo basse. Una differenza che dipende dalla natura degli stessi batteri».
Che cosa bisogna dunque fare, dal punto di vista della conservazione dei cibi, per trascorrere pic-nic estivi in tutte sicurezza?
«Prima di tutto non bisogna confezionare i cibi preparati quando sono ancora caldi. Se poi si prevede di consumarli freddi, meglio lasciarli in frigorifero per almeno 12 ore. Un’altra importante regola è quella di tenere sempre separati i cibi cotti da quelli crudi. Infine, un consiglio: meglio sempre suddividere i cibi già in singole porzioni per evitare di doverli manipolare in luoghi dove potrebbe mancare l’acqua per lavarsi le mani ogni volta che li si tocca».