Grazie all’anca possiamo effettuare movimenti indispensabili per la nostra vita di tutti i giorni, primo tra tutti quello del camminare. Perciò quando questa articolazione è interessata da un dolore cronico – la cui origine può avere svariate cause – la nostra vita diviene molto più difficile e complicata.
Il dolore può presentarsi a ogni età e può avere origini differenti: nei giovani in genere può derivare da fratture o da esiti di malattie congenite, nelle persone con una certa età può invece essere causato dall’artrosi, cioè dall’usura dell’articolazione e della sua cartilagine.
Ne parliamo con il dottor Gennaro Fiorentino, responsabile di Ortopedia e Traumatologia di Humanitas Gavazzeni.
Che cosa fare quando il dolore all’anca diviene insopportabile e rende impossibili anche i più semplici movimenti?
«In questo caso diventa necessario intervenire chirurgicamente con il posizionamento di una protesi. Negli ultimi anni sono state messe a punto varie tecniche chirurgiche in grado di risolvere questo problema. Tra queste, una di assoluto rilievo è la cosiddetta protesi all’anca “per via anteriore”, tecnica che permette al paziente di soffrire un minor dolore post-operatorio e di avere un recupero funzionale più veloce».
Quali sono le caratteristiche di questo tipo di intervento chirurgico?
«Questo intervento di protesi dell’anca viene eseguito utilizzando un accesso anteriore diretto, in modalità mini-invasiva. In pratica, la protesi viene inserita attraverso una minima incisione cutanea senza che ci sia alcun sacrifico delle strutture muscolari e capsulo-legamentose: i muscoli vengono infatti divaricati e non c’è bisogno di tagliarli».
Tra le varianti di questa tecnica c’è quella che viene chiamata “Bikini”. Ce ne vuole parlare?
«La tecnica “Bikini” oltre ad avere una minore invasività e una maggiore capacità di recupero per il paziente, tipiche degli interventi mininvasivi, ha una notevole resa estetica. Si tratta infatti di un approccio chirurgico che si caratterizza per la differente inclinazione del taglio cutaneo che, invece di essere una linea diretta dall’inguine alla coscia, è un’incisione che viene effettuata nella zona inguinale. Un taglio che ha molte più probabilità di “lasciare” un segno poco vistoso perché rispetta le pieghe della pelle e ha quindi un processo di cicatrizzazione più naturale. Viene chiamato “Bikini” proprio perché può essere nascosto sotto lo slip. È un taglio che viene proposto alle donne di età più o meno giovane, che chiedono di ottenere un risultato estetico, oltre che funzionale».
(ispirato all’articolo “Protesi d’anca, con la nuova chirurgia si recupera prima” pubblicato domenica 16 maggio sul quotidiano “L’Eco di Bergamo”)