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Quando è sicuro, lo sport fa bene alla salute

Lo sport non agonistico fa bene alla salute del nostro corpo a patto che venga praticato tenendo conto di quelle che sono le proprie capacità e possibilità.

Per questo è importante fare sport in sicurezza, come ci spiega il dottor Lucio Genesio, medico dello Sport presso l’Unità Operativa di Riabilitazione Ortopedica e Sportiva di Humanitas Gavazzeni Bergamo.

Che cosa significa “fare sport in sicurezza”?

«Fare sport in sicurezza significa anzitutto scegliere e praticare uno sport che non esponga il nostro fisico ai rischi che potrebbero derivare da pericolosi sovraccarichi – ad esempio per il cuore, sotto forma di infarti o arresti cardiaci – o da eccessivo dispendio metabolico o idroelettrolitico. Ma significa anche prestare attenzione alle conseguenze infiammatorie che potrebbero sorgere a livello di ossa e di articolazioni».

La pratica dello sport, dunque, va dosata…

«Sì, proprio come i farmaci, lo sport fa bene alla salute quando viene praticato secondo le dosi indicate dai medici. Quando si superano i limiti fissati dallo stato di salute e allenamento del proprio organismo lo sport rappresenta un fattore di rischio che può avere effetti collaterali anche di una certa gravità».

È necessario sottoporsi a una visita preventiva sportiva?

«La visita preventiva alla pratica dello sport non solo è necessaria, è addirittura fondamentale, perché permette di verificare l’esistenza di eventuali fattori di rischio e di indirizzare ogni persona allo sport a lei più adatto. È un supporto prezioso per chiunque, non solo per chi pratica sport a livello agonistico. Anzi, è ancor più importante per gli sportivi amatoriali, che spesso svolgono attività fisica senza la giusta cognizione e preparazione. Bisogna inoltre ricordare che spesso allo sport viene assegnato un ruolo terapeutico, viene cioè consigliato dai medici come forma di prevenzione e controllo per numerose patologie cardiovascolari o anche come riabilitazione da eseguire qualche mese dopo un intervento chirurgico».

Quali ostacoli alla pratica dello sport possono essere individuati con questa visita preventiva?

«Attraverso la visita preventiva sportiva il medico dello sport può capire se il paziente ha familiarità con patologie che possono rappresentare un pericolo per la sua salute. Può verificare, inoltre, lo stato di salute generale del paziente: se ha problemi di cuore, di respirazione, se è sovrappeso, se fuma… Lo fa anche con l’esecuzione di un elettrocardiogramma sotto sforzo e una visita di natura osteoarticolare. La visita sportiva deve essere eseguita all’inizio di ogni anno sportivo, ma deve essere ripetuta tutte le volte in cui si registrino disturbi, sintomi o comunque alterazioni della situazione “normale”».

Si può dire, in conclusione, che non esista lo sport capace di fare bene o male in assoluto?

«Sì, si può dire: il rischio e l’opportunità di praticare uno sport devono essere contestualizzati alla situazione di ogni singola persona. Spesso lo sportivo amatoriale si “fa del male” senza rendersene conto e ha bisogno di pochi suggerimenti per migliorare una situazione che si protrae da anni, come capita per esempio con molti tennisti che soffrono di mal di spalla ma continuano a giocare peggiorando l’infiammazione. Con il “riposo funzionale” e le giuste cure la spalla potrebbe essere sistemata, con grande beneficio per lo sportivo. Il medico dello sport ha questa funzione: rompere un circolo vizioso per instaurare un circolo virtuoso».