Il reflusso gastroesofageo può presentarsi sotto varie forme, alcune anche davvero insospettabili. Il disturbo causato dal cattivo funzionamento del cardias, la valvola che è posta tra esofago e stomaco e che ha la funzione di impedire che il cibo ingerito passato nello stomaco torni nell’esofago, può infatti generare sintomi che all’apparenza poco hanno a che fare con il cattivo funzionamento dell’apparato digerente.
Ne parliamo con Nicola Gaffuri, responsabile dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di Humanitas Gavazzeni Bergamo.
Quali sono i sintomi caratteristici del reflusso gastroesofageo?
«Il primo e più diffuso sintomo è la sensazione di bruciore che compare dietro lo sterno, in corrispondenza della parte superiore centrale dell’addome. A questo bruciore può accompagnarsi un dolore sempre localizzato in quest’area. Tipico del reflusso è inoltre il rigurgito acido di sostanza già ingerita, che può arrivare fino alla gola provocando un intenso bruciore».
Quando si verifica, in particolare il rigurgito?
«Nelle situazioni più estreme di reflusso. È un sintomo che è particolarmente intenso in presenza di esofagite, cioè di un’infiammazione che colpisce l’esofago proprio a causa della continua irritazione della mucosa a causa del reflusso».
Quali, invece, i sintomi più insospettabili?
«Ce ne sono vari, molto differenti tra loro. Un recente studio effettuato in Cina ha sottolineato come la malattia da reflusso gastroesofageo possa ad esempio provocare dolori alla testa e alla mandibola e possa causare un’influenza negativa sull’efficienza della mandibola dal punto di vista della masticazione oltre che problemi di deglutizione. La ricerca è stata effettuata su più di 1.500 persone affette da disturbi di questo tipo e ha rivelato che un’alta percentuale di queste, quasi una su dieci, soffre di reflusso».
Disturbi a testa e mandibola, dunque. Altri sintomi strani…?
«Accanto al bruciore alla lingua, possono comparire anche dolore nella parte bassa del palato o addirittura dolore o fastidio alle arcate dentarie. Non solo, il reflusso è anche in grado di provocare mal d’orecchio, sinusite, otite media o difficoltà respiratorie, con manifestazioni che sono molto simili all’asma. Si tratta di sintomi che spingono spesso il paziente a rivolgersi non a un gastroenterologo ma a un otorinolaringoiatra, perché fanno pensare che abbiano origine da problemi alla gola, alle orecchie o al naso. In questi casi è quindi quello specialista che indica al paziente l’esigenza di sottoporsi a una visita gastroenterologica con cui verificare se si sia in presenza di reflusso».
Questi sintomi sono in qualche modo stagionali?
«Sì, chi soffre di reflusso nota spesso un peggioramento dei sintomi nella stagione autunnale, quando cambiano le abitudini alimentari e i cibi freschi e più digeribili tipici della stagione estiva vengono sostituiti da piatti più calorici e nutrienti ma anche più difficili da digerire».
(Liberamente ispirato al servizio “Male alla mandibola? Forse è reflusso” a firma Roberta Raviolo, pubblicato sul settimanale Viversani&Belli n. 46, 8 novembre 2019)