La curvatura del pene è una malattia andrologica piuttosto diffusa: in Italia ne sono affetti circa 7 maschi su 100. Si tratta di una problematica che può essere congenita, cioè presente fin dalla nascita, o acquisita.
Per le forme acquisite, specialmente nelle fasi precoci della patologia, può venire in aiuto un trattamento farmacologico o terapie non chirurgiche durante la fase infiammatoria per arrestare l’evoluzione della malattia e possibilmente farla regredire, almeno in parte. Quando, invece, la curvatura è congenita, è indicato l’intervento chirurgico.
Negli anni, la ricerca e la pratica clinica hanno permesso di mettere a punto tecniche chirurgiche per il trattamento di questa patologia sia congenita sia acquisita, quando i farmaci e le terapie non chirurgiche non sono efficaci.
Esistono varie tecniche di raddrizzamento, raggruppabili in due categorie principali: quelle in cui si interviene accorciando il lato più lungo (accorciamento), o quelle che prevedono l’allungamento del lato più corto (allungamento), ma l’obiettivo finale comune è quello di garantire migliori risultati funzionali per il mantenimento del benessere psico-fisico.
Il corso in Humanitas Gavazzeni
Da tempo, Humanitas Gavazzeni di Bergamo è diventato un centro di riferimento per l’intervento chirurgico della curvatura del pene con la messa a punto di una tecnica chirurgica capace di minimizzare le complicanze e il discomfort e migliorare i risultati funzionali post-operatori. Per apprendere questa tecnica in tutte le sue sfaccettature è necessaria una pratica sul campo: per questo Humanitas Gavazzeni, con il patrocinio della Società Italiana di Andrologia, ha organizzato un corso di chirurgia di due giorni (dal 17 al 18 novembre) dedicato alla corporoplastica di raddrizzamento penieno.
Organizzatore è stato il dottor Vincenzo Altieri, urologo di Humanitas Gavazzeni, che insieme agli altri specialisti in urologia dell’ospedale bergamasco (Emanuele Micheli, responsabile dell’Unità di Urologia; Pietro Saldutto, Fernando Cavacece, Alberto Carlo Vismara, Marco Lucio Romani, Francesco Lembo, Farshid Kalantary Rad, Luigi Domanico, Walter Vena e Oreste Risi), hanno ospitato in Humanitas Gavazzeni i dieci discenti, tutti urologi provenienti dal territorio nazionale, nelle due giornate divise in una sessione teorica e in una sessione pratica in sala operatoria.
«La consapevolezza che ogni tecnica possa avere vantaggi e svantaggi ha stimolato da sempre la curiosità di creare o modificare le procedure per tentare di ridurre le complicanze intra e postoperatorie e garantire migliori risultati funzionali per il paziente» commenta il dottor Altieri, che aggiunge: «Il trattamento deve avere come fine ultimo il miglioramento della qualità della vita del paziente, essendo l’incurvamento penieno una patologia che impatta fortemente la sfera sessuale. È per tale ragione che anche la nostra grande esperienza in questo settore ci ha permesso di mettere a punto una tecnica chirurgica di valore che gli studenti hanno potuto imparare assistendo dal vivo ad interventi in sala operatoria e alla sessione pratica in cui abbiamo illustrato non solo la tecnica, ma anche lo stato dell’arte sulla terapia medica e dell’uso di tecniche non chirurgiche, come le onde d’urto”».