È fuori di dubbio che i giorni estivi siano i più desiderati di tutto l’anno. Cominciamo a pensarci mesi prima e non vediamo l’ora di arrivare in forma all’appuntamento con il mare o con la montagna.
Ma se “arrivare in forma” è un desiderio del tutto legittimo, non bisogna mai dimenticare che il nostro corpo è una macchina il cui funzionamento si basa su certi equilibri – che riguardano muscoli, ossa, articolazioni, ecc. – che vanno rispettati e su cui, se si vuole intervenire, bisogna lavorare con grande attenzione.
Come possiamo dunque prepararci all’attività fisica vacanziera? Lo chiediamo al dottor Luca Usai, specialista di Ortopedia e Traumatologia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.
Dottor Usai, come possiamo avvicinarci all’attività sportiva estiva senza avere paura di rovinare l’equilibrio del nostro corpo?
«La prima cosa da fare è preparare in modo adeguato la muscolatura. Il che vuol dire che se vogliamo riprendere ad andare a correre dobbiamo cominciare con qualche camminata lunga da alternare alle prime corse. Se invece vogliamo prepararci a sport estivi che richiedono un impegno fisico più intenso, soprattutto se svolte su superfici irregolari come accade per il beach volley o il beach tennis, è bene pensare a un’adeguata preparazione fisica».
Tra gli sport sempre più praticati c’è il padel. L’impressione è che sia uno sport “leggero” che può essere praticato senza una certa preparazione. È davvero così?
«No, come tutte le attività fisiche che prevedono movimenti bruschi e intensi e che coinvolgono molto la muscolatura richiede una preparazione adeguata. E come tutti gli sport va ben “imparato”. Non è solo una questione di tecnica o di bel gioco: una recente ricerca eseguita da colleghi chirurghi della spalla di Roma ha dimostrato che gli atleti più esperti di questo sport subiscono minori traumi, anche se praticano un gioco più agonistico. Questo accade perché quando si impara a colpire bene la palla e a mantenere il corpo – gambe, schiena, spalle, braccia… – nelle giuste posture durante il gioco si riduce l’impatto della pallina sulla racchetta e di conseguenza i traumi che possono riguardare molte parti del corpo».
Si può dire che gli sport che appaiono più “facili” da praticare possono nascondere molte insidie per gli sportivi amatoriali?
«In qualche modo sì, perché l’accesso facile a uno sport può dare l’impressione che questo non richieda una grande preparazione, magari anche specifica. E invece non è così. Per restare al padel, ad esempio, le ripercussioni su una spalla non ben preparata possono presentarsi anche con una certa gravità. Chiaro che praticare un’ora di questo sport non richiede la stessa preparazione fisica e tecnica che può avere, ad esempio, un tuffo dal trampolino di 10 metri, ma una preparazione è richiesta anche qui, non si può prescindere».
Tra gli infortuni più frequenti, anche tra gli sportivi amatoriali, ci sono le distorsioni. Quelle alle caviglie spesso si tende a sottovalutarle…
«Vero, e non va bene. Questo è dovuto al fatto che spesso le distorsioni alla caviglia appaiono come infortuni più leggeri. Chiaro che una distorsione al ginocchio è molto più impattante, nell’immaginario collettivo. Quella alla caviglia, invece, essendo più frequente viene spesso segnalata solo quando è tale da impedire la deambulazione e non se ne può fare a meno. Ma un controllo da parte di un ortopedico anche sulle distorsioni più leggere potrebbe contribuire a evitare danni futuri indesiderati».
Passiamo all’andare in bicicletta. A volte, soprattutto quando l’età è avanzata, pedalando si avvertono dolori sparsi in varie parti del corpo. Dobbiamo per questo rinunciare alla due ruote?
«Quello della bicicletta è uno sport che noi medici consigliamo spesso perché non richiede che il nostro corpo sostenga tutto il suo peso e al contempo contribuisce a mantenere attiva la muscolatura e l’apparato cardiovascolare. Ma anche questa è un’attività che non va presa alla leggera e deve essere approcciata con la dovuta preparazione. Grande attenzione deve anche essere prestata alla cosiddetta “messa in sella”, cioè il modo in cui sono sistemate sella e manubrio, che determina la posizione assunta a cavalcioni della bicicletta. Un errato posizionamento, soprattutto quando si percorrono lunghe distanze, può provocare patologie dovute al sovraccarico anormale di alcune articolazioni».
Come prepararsi adeguatamente alle gite estive in bicicletta?
«Ci si può preparare banalmente usando una cyclette, se si ha la fortuna di averla in casa oppure in palestra. Oppure si può praticare nuoto, che è un altro sport che non procura “carico” all’organismo e riesce ad attivare in maniera armonica muscolatura e metabolismo. La regola importante, che vale per la preparazione di ogni sport è comunque questa: quando si comincia a praticare un’attività di tipo aerobico è necessario abbinare a questa anche un lavoro di tipo muscolare perché poi è comunque alla muscolatura che è demandato il compito di sostenere lo scheletro e di consentirne i movimenti specifici di ogni sport».
Un ultimo cenno lo possiamo fare sull’esigenza di controllare la propria alimentazione?
«È molto importante abbinare all’attività fisica una giusta alimentazione, che offra la dovuta dose di energia senza provocare condizioni di sovrappeso. Questo è un aspetto che riguarda in particolare chi pratica sport a livello amatoriale perché gli atleti agonisti sanno benissimo che cosa possono mangiare e che cosa è meglio evitare. Avere un buon peso forma non significa solo riuscire a praticare il proprio sport con più facilità, evita anche che insorgano molti problemi fisici e anche molte patologie, dovute all’eccesso di peso che viene caricato su ossa, muscoli, tendini e articolazioni».