Fratture, lesioni e slogature a mani e polsi sono molto diffuse quando si praticano sci – alpino e di fondo – e snowboard. Traumi che spesso possono essere evitati con un po’ di buon senso e con la giusta attrezzatura.
Tra i rischi di traumi più diffusi quando si scia ci sono quelli alle mani e ai polsi. Una caduta rovinosa ma a volte anche solo una mano che si appoggia in modo maldestro, ma deciso, ed ecco che le slogature, le lesioni del legamento, le fratture sono dietro l’angolo.
Ne parliamo con il dottor Davide Smarrelli, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia della mano di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.
Inizia la stagione degli sport della neve. Quali sono i rischi maggiori per mani, polsi e dita degli sciatori?
«Per quanto riguarda mani e polsi, i rischi più diffusi sono, in sequenza: la frattura del polso, le fratture dei metacarpi, delle falangi e, molto tipica degli sciatori “classici”, la lesione del legamento collaterale ulnare del pollice. È una lesione molto tipica, quest’ultima, che viene comunemente chiamata “lesione da bastoncino”: si verifica quando la racchetta si blocca sulla neve e la mano dello sciatore rimane incastrata nel laccio del bastoncino subendo una torsione che provoca una lesione del legamento del pollice. Una lesione che può associarsi anche a una microfrattura nel punto dove si attacca il legamento».
Sci alpino, snowboard, sci di fondo: la tipologia del danno dipende dal tipo di attività sciistica svolta?
«Sì, i danni sono per lo più correlati al tipo di attività sciistica svolta. Chi pratica lo snowboard è più soggetto a fratture, perché quando cade si ripara con le mani, ma anche perché la pratica della sciata prevede un approccio e un impatto più diretto delle sue mani con la superficie della pista. Lo sciatore classico deve invece fare i conti con sci e racchette: la caduta in genere provoca traumi più legamentosi, dovuti alle torsioni conseguenti proprio al restare incastrati con sci e bastoncini. Per il fondista si ha una via di mezzo: anche qui c’è l’uso delle racchette ma la velocità è minore e le cadute sono più simili a quelle di uno snowbordista, con appoggio immediato delle mani».
Che cosa possiamo fare per diminuire i rischi di traumi alle mani mentre sciamo?
«Dobbiamo rispettare alcune regole che possono sembrare ovvie ma che non sono comunque da trascurare. Anzitutto dobbiamo arrivare all’appuntamento con le piste dopo avere effettuato una buona preparazione presciistica. Non bisogna dimenticare che per buona parte dell’anno svolgiamo attività differenti da quella sciistica, che richiede, come tutte le attività sportive, un allenamento specifico. Poi dobbiamo sciare rispettando le nostre possibilità, scegliendo pendenze adatte alle nostre capacità tecniche oltre che al nostro livello fisico. Importante è infine prestare attenzione all’attrezzatura che negli ultimi anni è divenuta sempre più tecnica e affidabile: oltre al casco si consiglia di indossare guanti tecnici, che oltre a proteggere dal freddo assolvano alla funzione di attutire i traumi e, nel caso dello sci alpino, utilizzare bastoncini di ultima generazione, quelli che al posto del laccetto hanno una presa con sblocco automatico che liberano la mano al momento giusto e le risparmiano le pericolose torsioni che portano alla “lesione da bastoncino”».