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Terapia monoclonale per la cefalea: «Riduce di almeno il 50% gli attacchi»

È disturbo molto diffuso e altamente invalidante in tanti casi. È il mal di testa, o meglio i mal di testa, perché esistono diversi tipi di mal di testa, o cefalee.

Il 27 maggio si celebra la Giornata nazional del mal di testa, organizzata dalla Società italiana per lo studio delle cefalee e la Società Italiana di Neurologia, ed è l’occasione per evidenziare i passi avanti fatti dalla ricerca dal punto di vista farmacologico e le nuove frontiere della clinica.

Ne parla la dottoressa Paola Merlo, direttrice della Neurologia di Humanitas Gavazzeni, che ha al suo interno un Centro Cefalee attivo da anni e che conta una media di mille consulenze l’anno per le cefalee e ha tra i 500 e 800 pazienti nel Centro.

L’incidenza del mal di testa

«Si calcola che il mal di testa colpisca una persona su due; ne soffre in modo cronico almeno il 12% delle popolazione, e se si guarda solo all’universo femminile, la percentuale sale fino al 25%. Per lungo tempo questa patologia è stata relegata a una serie di sintomi passeggeri di poco rilievo, negli ultimi anni le cose sono cambiate».

L’emicrania, una malattia sociale

«Nel 2020 l’emicrania cronica è stata riconosciuta come “malattia sociale” e considerata dall’Organizzazione mondiale della Sanità al secondo posto tra le cause di alta disabilità. Nel parlare di cefalee o mal di testa occorre fare molti distinguo, ed è importantissimo nelle visite arrivare subito a individuare la tipologia di cui soffre il singolo paziente. Ci sono le cefalee secondarie, la cui origine è dovuta ad altre patologie, dai tumori all’ictus, e quelle primarie. La cefalea primaria è una disfunzione neurologica, con implicazioni vascolari. E le donne sono più colpite degli uomini, tranne che per la cefalea a grappolo che ha una maggiore incidenza tra i maschi».

Gli anticorpi monoclonali, la nuova terapia

«Le terapie hanno fatto decisi passi avanti: abbiamo almeno tre terapie monoclonali che risultano efficaci, l’Aifa ne ha riconosciuto la rimborsabilità, e sono farmaci che vanno prescritti da appositi centri. Humanitas Gavazzeni è un centro prescrittore in Bergamasca, abbiamo verificato con questi farmaci un calo di almeno il 50% degli attacchi, già 130 pazienti sono così trattati. Nell’approccio terapeutico puntiamo a “spiegare” al paziente la patologia, a insegnarli a riconoscere l’arrivo degli attacchi e anche ad assumere i farmaci. Quelli di recente utilizzo sono iniezioni sottocutanee che il paziente può somministrarsi da solo, per un periodo limitato e sempre sotto controllo medico».

Testo tratto dall’articolo pubblicato da Eco di Bergamo il 26 maggio 2023 dal titolo “Cefalee, nuove terapie monoclonali. Tre centri prescrittori in Bergamasca”

Specialista in Neurologia e in Neurofisiopatologia