COME TI POSSIAMO AIUTARE?

CENTRALINO

035.4204111

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

PRENOTAZIONI

Prenotazioni telefoniche SSN
035.4204300
Prenotazioni telefoniche Private
035.4204500

LINEE DEDICATE

Diagnostica per Immagini
035.4204001
Fondi e Assicurazioni
035.4204400
Humanitas Medical Care Bergamo
035.0747000

Tumore alla prostata, la diagnosi precoce è fondamentale per sconfiggere la malattia

Oltre 40mila nuovi casi all’anno, il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo: questi i numeri che fanno del cancro alla prostata il tumore più diffuso nella popolazione maschile Italiana. Un’incidenza elevata che per fortuna non coincide con il fatto che la malattia abbia un esito infausto: grazie alla diagnosi precoce il 70% dei malati riesce infatti a sconfiggere la malattia. Ne parliamo con il dottor Vincenzo Altieri, urologo di Humanitas Gavazzeni di Bergamo, in occasione del mese – quello di novembre – tradizionalmente dedicato alla prevenzione dei tumori dell’uomo.

Dottor Altieri, il tumore della proposta può essere diagnosticato precocemente?

«Sì, esiste un’elevata possibilita di diagnosticarlo con molto anticipo perché, nella grande maggioranza dei casi, quello della prostata è un tumore a lento sviluppo. Insieme alla terapia, la diagnosi precoce è il mezzo fondamentale con cui si può incidere sulla storia naturale della malattia».

Tra i test di screening del tumore della prostata quello più appropriato è il PSA?

« Sì, l’esame del sangue che indaga l’antigene prostatico specifico, nome comunemente abbreviato con la sigla PSA, è l’esame che viene consigliato, in condizioni normali di salute, già a partire dai 45-50 anni. La sua concentrazione nel sangue aumenta anche in modo notevole quando si è in presenza di un carcinoma prostatico, per cui il suo valore costituisce un marcatore tumorale specifico e abbastanza sensibile». 

Ci sono persone che, rispetto ad altre, sono più soggette al rischio di contrarre un tumore della prostata?

«Il rischio di contrarre un tumore prostatico aumenta con l’età e, come per tutte le malattie, può essere conseguenza di cattiva alimentazione, sedentarietà, fumo o alcol.  Gli studi epidemiologici dicono che il rischio aumenta in presenza di familiarità, per cui chi ha un genitore o un parente di primo o secondo grado che è stato affetto da questa malattia, è bene che si sottoponga all’esame del PSA e a una visita urologica anche prima di avere compiuto 40 anni».

Quali sono i sintomi che ci devono indurre a sottoporci a un controllo medico?

«In particolare, bisogna prestare attenzione ai sintomi urologici come la presenza di sangue nelle urine, la cosiddetta ematuria, o disturbi minzionali che corrispondono a dolore e difficoltà durante l’emissione dell’urina. Ma sono da tenere in considerazione anche i dolori addominali che a volte tendiamo a non considerare per quello che sono perché li confondiamo con dolori di origine intestinale. Sono segnali, questi, da non sottovalutare perché, oltre alla prostata, possono rivelare l’esistenza di altre patologie, anche tumorali, legate ai reni o alla vescica. Il consiglio, per questo, è quello di sottoporsi a una visita urologica accompagnata dall’esecuzione di un’ecografia, che permetteranno di verificare se tutto è a posto oppure se c’è qualcosa che non va».

Nel caso in cui la visita urologica e gli esami annessi certifichino la presenza di un tumore della prostata, come si interviene?

«Il trattamento per il tumore della prostata viene scelto in base a vari fattori: la sua estensione, la sua eventuale diffusione extra-prostatica, l’età del paziente e il suo stato di salute generale. A seconda del singolo caso, possono essere utilizzate la terapia medica, quella radioterapica o quella chirurgica, anche combinate tra loro. In Humanitas Gavazzeni la strategia di gestione del paziente è ottimizzata attraverso il Gruppo Interdisciplinare Uro-Oncologico, attivo da oltre 10 anni».

In ambito di terapia chirurgica, tra le più recenti soluzioni utilizzate per affrontare il tumore alla prostata c’è anche quella che prevede l’utilizzo di un robot

«Le soluzioni che consentono una maggiore precisione operatoria in ambito di tumore della prostata sono oggi numerose e permettono di salvaguardare i nervi sessuali e non incidere negativamente su aspetti legati all’impotenza e all’incontinenza urinaria. Di sicuro la chirurgia urologica in generale trova un valido alleato nella robotica che viene utilizzata per gli interventi di prostatectomia radicale e di asportazione di tumore renale».

Humanitas Gavazzeni è Centro di riferimento italiano per una nuova metodologia sperimentale, la terapia focale. Di che cosa si tratta?  

«La terapia focale è una tecnica che, in Italia, viene eseguita in pochi Centri. Consiste nell’utilizzo di un laser multicanale a diodi con cui è possibile praticare necrosi coagulative nelle aree tumorali segnalate dalla risonanza magnetica e convalidate dalla biopsia. La procedura viene eseguita per via transperineale, in anestesia locale e senza che vi sia bisogno di ricovero. Gli effetti collaterali legati a questo tipo di intervento sono praticamente nulli, sia in termini di preservazione della sessualità sia in quelli della continenza urinaria».

Visite ed esami