Ha riscosso grande interesse l’iniziativa “L’occhio: la nostra macchina fotografica” organizzata da Humanitas Gavazzeni per BergamoScienza 2017, svoltosi il 13 e 14 ottobre: 270 i partecipanti, di cui oltre 200 studenti tra i 15 e i 17 anni.
Molte sono state le scuole che hanno preso parte all’incontro, sia della città sia della provincia, e non solo a indirizzo scientifico: il liceo linguistico Falcone, l’I.S.I.S Natta, il liceo Sant’Alessandro e il liceo Artistico Giacomo e Pio Manzù di Bergamo, l’istituto Einaudi di Dalmine, il liceo Federici di Trescore.
L’incontro, svoltosi nell’auditorium di Villa Elios, era incentrato sulla vista e sul parallelismo tra occhio umano e macchina fotografica. Come ha spiegato Mario Romano, responsabile del Centro Oculistico di Humanitas Gavazzeni e professore di Humanitas University, è possibile collegare ogni elemento anatomico del nostro apparato visivo a un componente di una reflex: così se la cornea corrisponde alla prima lente della macchina fotografica e la palpebra all’otturatore, il nervo ottico funziona invece da cavo di connessione.
Ma alla fine, quindi, qual è la differenza tra macchina fotografica e occhio umano? La mente dell’uomo. Nell’apparato visivo, l’occhio guarda e rimanda alla mente le immagini da elaborare, mentre dietro la macchina fotografica è sempre l’uomo che guarda un oggetto attraverso un occhio tecnologico, ma ne cattura l’immagine con la sua sensibilità e la sua creatività.
Dopo una breve panoramica sulle patologie che colpiscono l’occhio, sempre a cura del dottor Romano, è stato il turno del fotografo bergamasco Gianfranco Rota che ha raccontato l’evoluzione delle macchine fotografiche attraverso un divertente filmato sulla storia della fotografia e mostrando alcuni antichi strumenti fotografici.
Infine i partecipanti hanno potuto visitare gli ambulatori del Centro Oculistico di Humanitas Gavazzeni e scoprire da vicino la strumentazione a uso degli oculisti per ogni singola patologia.