Le valvole del cuore svolgono l’importantissimo compito di regolare il flusso sanguigno che entra ed esce dal cuore. Con il loro aprirsi e chiudersi a ogni battito del cuore fanno in modo che il sangue mantenga un’unica direzione – in uscita o in entrata – e non torni, per dirla in modo semplice, indietro.
Se consideriamo che il cuore batte in media circa 100mila volte ogni giorno, riusciamo a capire quale sia la quantità di lavoro svolto da queste valvole e non è difficile immaginare che in qualche modo con il trascorrere del tempo, possano diminuire la loro capacità. Lo sviluppo di patologie valvolari cardiache comporta significative problematiche per l’organismo quali limitazione della capacità funzionale, rischio di scompenso cardiaco e, non ultimo, riduzione dell’aspettativa di vita del soggetto.
Negli ultimi decenni però, il trattamento delle patologie valvolari cardiache anche nei pazienti più critici e anziani ha conosciuto un radicale cambiamento grazie all’introduzione e sviluppo di tecniche di correzione che prevedono approcci transcatetere mininvasivi e non chirurgici in ambito di emodinamica interventistica strutturale.
Ne parliamo con il dottor Elvis Brscic, responsabile della Cardiologia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.
Dottor Brscic, quali sono le più comuni patologie che colpiscono le valvole del nostro cuore?
«Le più comuni patologie valvolari che affrontiamo quotidianamente nei nostri ambulatori sono la stenosi della valvola aortica e l’insufficienza della valvola mitralica e tricuspidalica. La stenosi valvolare aortica è la tipica patologia degenerativa dell’anziano. L’insufficienza mitralica e tricuspidalica possono essere correlate a disfunzione cardiaca su base ischemica per storia di malattia coronarica, a presenza di un’aritmia molto comune nell’anziano come la fibrillazione atriale o a imperfezioni valvolari congenite che sono progressivamente degenerate nel tempo».
Che opzioni di cura abbiamo in questi casi?
«Negli ultimi decenni le chance di cura di queste patologie sono profondamente cambiate rispetto a quelle tradizionali basate sulla chirurgia o sulla semplice terapia medica. Grazie all’evoluzione tecnologica la correzione dei vizi valvolari mediante approcci mininvasivi transcatetere in emodinamica che prevedono introduzione di protesi essenzialmente per via femorale senza ricorrere alla chirurgia è diventata un’opzione sempre più utilizzata specialmente in quei contesti dove il rischio chirurgico, per età o comorbidità del paziente è eccessivo».
In che cosa consistono i trattamenti di emodinamica oggi a disposizione?
«Oggi siamo in grado di correggere efficacemente una stenosi aortica attraverso l’impianto di una valvola passando dall’inguine e con paziente sveglio e di riparare una severa insufficienza della valvola mitralica e tricuspidalica attraverso impianto di “clip” con cateteri sempre introdotti dall’inguine. In particolare per quest’ultima patologia, quella tricuspidalica, la possibilità di intervenire con questo approccio mininvasivo a basso rischio ha permesso di cambiare significativamente le possibilità di cura in quanto storicamente l’insufficienza tricuspidalica è stata spesso relegata al solo trattamento con terapia medica per l’eccessivo rischio chirurgico».
Come viene eseguita la diagnosi, per queste patologie valvolari?
«L’esame fondamentale è l’ecocardio. Ma le procedure diagnostiche si avvalgono sempre più della possibilità di “mescolare” immagini ecografiche e immagini ottenute con la TAC, così da ottenere una ricostruzione assolutamente fedele di quella che è la situazione anatomica e poter quindi scegliere la strategia terapeutica più adatta alla condizione del paziente. L’ecografia, tra l’altro, viene utilizzata non solo in fase di diagnosi ma anche in quella di intervento. Gli interventi di plastica valvolare mitralica e tricuspidalica mediante impianto di clip che vengono eseguite in sala di emodinamica sono oggi tutte ecoguidate: l’utilizzo di questo strumento ci permette di avere una buona visualizzazione della valvola e, di conseguenza, di eseguire al meglio la procedura».