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Visita cardiologica, oltre i 40 anni è bene farla anche in assenza di sintomi

La salute del cuore è troppo importante per non prestarle la dovuta attenzione. Il che significa non intervenire solo quando si avvertono primi disturbi che possano far pensare a un cattivo funzionamento del sistema cardiocircolatorio in generale. È importante, da questo punto di vista, controllare che tutto funzioni per il meglio anche quando tutto sembra a posto.

Ne parliamo con il dottor Elvis Brscic, responsabile della Cardiologia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

Dottor Brsic, a quale età in assenza di disturbi è bene cominciare a farsi dare una controllata al proprio cuore?

«A partire dai 40 anni è bene prevedere di sottoporsi a una visita cardiologica di screening. La visita deve essere completa, cioè deve prevedere l’esecuzione di un elettrocardiogramma e di un ecocardiogramma. Spesso l’esigenza di sottoporsi alla visita nasce da un riscontro occasionale, come ad esempio un soffio al cuore, oppure da un’extrasistola che produce cardiopalma nel paziente, per cui giustamente il medico di famiglia chiede una valutazione cardiologica. L’ecocardiogramma può portare a luce il classico prolasso mitralico, per esempio, che è una delle cause molto comuni di extrasistolia occasionale, quindi di palpitazione occasionale nel soggetto. In questo caso, da quel momento entra in gioco un iter di periodico controllo, finalizzato a seguire con attenzione l’evolversi della situazione».

Ci sono categorie che è bene anticipino una visita cardiologica, anche in assenza di segnali?

«Negli atleti, per esempio, la valutazione cardiologica con ecocardiografia è importante perché comunque puoi far emergere problematiche che possono essere assolutamente misconosciute ma anche terribilmente serie».

Il controllo è bene che sia fatto anche se si è semplicemente degli “atleti della domenica”?

«Sì, lo consiglio vivamente. Se si è un ciclista abituale o un runner che corre con costanza, l’ideale è sottoporsi a una vista cardiologica con ecocardiogramma una volta all’anno. Perché anche se si parla di sport svolto a livello amatoriale spesso l’impegno è molto più intenso del concetto di “amatoriale”, per cui il buon senso impone che un piccolo check con il medico di famiglia e, a seguire, una valutazione cardiologica con ecocardiogramma non guastino, anzi, aiutino a mantenersi sani e in forma».