Piccoli tagli per diversi interventi
In alcuni casi la chirurgia dell’obesità, detta anche chirurgia bariatrica, è un’opzione terapeutica. La chirurgia dell’obesità è l’arma più potente di cui disponiamo per indurre una buona perdita di peso, ma può comportare alcuni rischi. La chirurgia bariatrica agisce o limitando la quantità di cibo che si è in grado di mangiare o riducendo l’assorbimento di cibo e calorie; a volte agisce con entrambi i meccanismi.
La chirurgia bariatrica è un’opzione terapeutica se:
- si è in una condizione di obesità grave con un indice di massa corporea (BMI) pari a 40 o superiore
- il BMI è compreso tra 35 e 39.9 ma si è in presenza di una cosiddetta comorbidità, ovvero un problema di salute legato al peso, come il diabete o l’ipertensione arteriosa
- si è disposti a mettere in pratica i cambiamenti di stile di vita necessari perché la chirurgia possa funzionare.
La chirurgia dell’obesità può aiutare a perdere fino al 50% o più del peso corporeo in eccesso, ma non è una cura miracolosa. Infatti non garantisce né la perdita di tutto il peso in eccesso né il mantenimento a lungo termine del peso ottenuto. Il successo nella perdita di peso dopo un intervento chirurgico dipende anche dall’impegno che la persona adotta nelle modifiche a lungo termine (idealmente per tutta la vita) delle abitudini alimentari e nell’impegno a svolgere attività fisica.
Le procedure più diffuse nella chirurgia bariatrica
- Bendaggio gastrico regolabile laparoscopico (LAGB). In questa operazione lo stomaco viene separato in due porzioni distinte (tasche) con il posizionamento di un anello (bendaggio) di silicone gonfiabile. Restringendo il bendaggio, come fosse una cintura, il chirurgo crea uno stretto canale di passaggio tra le due tasche creando una sorta di clessidra asimettrica, con una tasca gastrica superiore e il rimanente corpo gastrico al di sotto del bendaggio. Il bendaggio è generalmente concepito per rimanere sul posto in modo permanente. Il Bendaggio gastrico regolabile laparoscopico – LAGB è popolare perché è l’intervento meno aggressivo e a più basso rischio chirurgico, e provoca di solito una lenta ma costante perdita di peso. Il grado di “chiusura” del bendaggio, se occorre, può essere modificato nel tempo. Tuttavia, come sempre in chirurgia bariatrica, questo intervento è destinato a non funzionare se non è accompagnato da una importante collaborazione ma, rispetto alle altre procedure, viene richiesta una forte motivazione alla persona operata nello stare a dieta. In definitiva possiamo dire che il LAGB sia l’intervento a minore rischio ma, anche, quello con i minori risultati in termini di perdita di peso; per questo viene proposto soprattutto a persone con relativamente basso BMI (< 40) e buona capacità nell’organizzazione dei pasti.
- Sleeve Gastrectomy (SG, resezione gastrica verticale). Con la Sleeve Gastrectomy si attua una resezione gastrica verticale (cioè si asporta buona parte dello stomaco) con tubulizzazione delle stomaco residuo. La profonda modifica nella secrezione di ormoni prodotti dal tubo digerente produce una forte riduzione dell’appetito e una vera sazietà precoce. L’introito di cibo è quindi ridotto (non come nel bendaggio per la volontà del malato rafforzata dalla sazietà fastidiosa imposta dal bendaggio stesso) spontaneamente, per ridotto appetito e sazietà precoce. La Sleeve Gastrectomy – SG è un intervento abbastanza rapido, non ha quasi complicazioni nutrizionali e, soprattutto, si segnala per una buona qualità di vita postoperatoria: per questi motivi è l’intervento più in crescita, e viene raccomandato particolarmente a persone di età avanzata, malati ad alto rischio se sottoposti a interventi prolungati, o anche a soggetti con BMI 40-50. La SG viene proposta anche in persone con BMI = 60 come primo passo di una terapia sequenziale (si esegue cioè prima una SG per ottenere un calo ponderale e quindi una riduzione del rischio; successivamente in caso di recupero del peso, non obbligatorio, si può eseguire un secondo intervento di tipo malassorbitivo.
- Bypass gastrico (RNYGBP). Il bypass gastrico offre buoni risultati a lungo termine, ed è una terapia potente contro il diabete tipo 2 e contro la malattia da reflusso gastroesofageo. Con l’intervento di bypass gastrico – RNYGBP il chirurgo crea una piccola tasca nella parte superiore dello stomaco. Il piccolo intestino viene poi tagliato a breve distanza sotto lo stomaco principale e collegato alla nuova sacca. L’obiettivo è quello di convogliare direttamente in questa parte di intestino i flussi alimentari, bypassando la gran parte dello stomaco e il primo tratto intestinale. Funziona, come la Sleeve Gastrectomy, riducendo l’appetito e dando sazietà precoce; i suoi risultati a 15 anni sono noti e sono buoni, sia in termini di perdita di peso sia nella terapia del diabete tipo 2. Si tratta però di una procedura più complessa del bendaggio e della Sleeve Gastrectomy: procura carenze di calcio e ferro e, come le precedenti, soprattutto in persone con BMI > 50, ha una certa percentuale di fallimenti.
- Diversione biliopancreatica con o senza switch duodenale (BPD standard o BDP/DS). Con questo intervento una buona parte dello stomaco viene rimosso. Il peso si perde non per ridotto introito ma per ridotto assorbimento degli alimenti: in pratica chi vi si sottopone è ancora libero di mangiare grandi quantità di cibo (soprattutto grassi e proteine, con una certa libertà sui carboidrati, mentre zuccheri, frutta, dolci, bibite, ogni forma di alcol, vanno fortemente ridotti o azzerati). Un’operazione, dunque, che offre una buona perdita di peso e, soprattutto, un buon mantenimento del peso perso negli anni: tuttavia la Diversione biliopancreatica – BPD espone la persona che vi si sottopone a un maggior rischio di carenze (calcio, ferro, vitamine e proteine), situazione che richiede un attento e continuo monitoraggio sulle sue condizioni di salute. Sono anche sgraditi gli effetti collaterali sulla frequenza e sull’odore delle evacuazioni. In genere la BPD-BPD/DS viene effettuata su persone con obesità recidiva successiva ad altro intervento di chirurgia dell’obesità, o in soggetti con gravi problemi di obesità (BMI > 50) specie se affetti da più comorbidità (è l’intervento più potente su diabete e ipercolesterolemia). In casi rari può anche essere proposta a persone con atteggiamenti compulsivi nei confronti del cibo.
Effetti collaterali della chirurgia bariatrica
La prima cosa da sottolineare è che chiunque si sottoponga a chirurgia dell’obesità dovrà poi tornare per visite di controllo con la frequenza programmata dal Centro: i controlli sono infatti essenziali per ottenere il migliore dei risultati con la minore percentuale di complicazioni.
Il primo effetto collaterale della chirurgia dell’obesità sarà quindi la necessità di rispettare il calendario dei controlli, con esami del sangue da eseguire a scadenze programmate: non tutti abitano vicino al Centro, pertanto deve essere messa in conto una certa mobilità nei mesi e negli anni successivi all’intervento.
Il secondo effetto collaterale da prendere in considerazione è che la chirurgia dell’obesità porterà grossi vantaggi al sistema endocrino e a tutti gli apparati del corpo umano (respiratorio, cardiocircolatorio, locomotore) eccetto uno, l’apparato digerente, che potrà infatti essere più spesso vittima che beneficiario della chirurgia bariatrica. Effetti collaterali comuni saranno, a seconda dell’intervento eseguito e ovviamente non tutti insieme, nausea, vomito, reflusso gastroesofageo, sindrome di dumping, meteorismo, diarrea, stitichezza.
Un terzo gruppo di effetti collaterali è infine a carico della nutrizione. Con grosse differenze da una procedura a un’altra, saranno possibili deficit o da ridotto introito (in alcuni interventi potranno essere carenti ferro e vitamine), o da ridotto assorbimento (potranno cioè mancare ferro, calcio, vitamine, proteine).
Le carenze da ridotto assorbimento sono di solito più severe e richiedono di assumere cronicamente integratori a base di calcio, ferro e vitamine.