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5 per 1000, Humanitas Gavazzeni sostiene la ricerca dell'Istituto Clinico Humanitas

Humanitas Gavazzeni fa parte del gruppo di ospedali Humanitas insieme a Castellanza, Torino e Catania. Per questo sostiene la ricerca dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas nella campagna del 5 per 1000.

Anche in Humanitas Gavazzeni si porta avanti nella pratica clinica il tema della ricerca come ci raccontano i nostri medici, dottor Emilio Bombardieri, dottor Vittorio Vavassori e dottor Giovanni Albano.

 Dottor Emilio Bombardieri

Direttore clinico scientifico della Medicina Nucleare di Humanitas Gavazzeni

“Le ricerche nell’area della Medicina Nucleare riguardano l’impiego di radiofarmaci che si localizzano selettivamente sui recettori di alcune neoplasie (mesoteliomi) , e permettono così di ottenere immagini di “bersagli biologi” sui quali vengono selezionate opportune terapie antineoplastiche mirate, di elevata efficacia.

Con questo tipo di approccio viene studiata la parte di tumore sede dell’attiva proliferazione delle cellule neoplastiche e, quindi, viene identificata quella parte di tumore vitale sulla cui deve essere i focalizzato il fascio di radiazioni della radioterapia che raggiunge così la massima efficacia terapeutica con minore tossicità. Questo studio si svolge nell’ambito della Radioterapia Immagine Guidata (IGRT)  

Secondo lo stesso principio viene valutata l’efficacia della PET nel visualizzare la presenza di aree di infezione (non identificabili con altri mezzi diagnostici), in pazienti con cardiopatia portatori di impianti di stimolatori cardiaci. Ciò permette di intervenire efficacemente per rimuovere l’ infezione. Queste sinergie sono sviluppate unitamente alla Unità Operativa di Elettrofisiologia”.

Dottor Vittorio Vavassori

Responsabile Unità Operativa di Radioterapia Humanitas Gavazzeni

“La radioterapia in questi ultimi anni sta vivendo un’evoluzione senza precedenti. La ricerca medico/scientifica in campo radioterapico ha fatto passi da gigante, mettendo a disposizione di noi operatori strumenti sempre più precisi ed efficaci. Da una parte assistiamo a uno sviluppo continuo dal punto di vista tecnologico, che ha portato a strumentazioni sempre più precise e sicure, dall’altra oggi abbiamo la possibilità di erogare dosi sempre più vicine alle effettive esigenze. La rivoluzione nel nostro campo si chiama IMRT, Radioterapia a intensità modulata, e IGRT, Radioterapia guidata dalle immagini, che ci permettono di individuare e colpire il bersaglio con grande selettività precisione e accuratezza, in modo da poter concentrare la dose sul bersaglio, con grande vantaggio per le strutture contigue che vengono risparmiate.

E non è solo questo: quando parliamo di evoluzione tecnologica in radioterapia ci riferiamo all’introduzione della Tomografia Computerizzata nell’individuazione del bersaglio e nell’elaborazione del piano di cura, al miglioramento dei software per la ricostruzione anatomica e per il calcolo della distribuzione della dose, alla possibilità oggi esistente di definire le schermature in funzione del punto di vista del fascio. Tutti accorgimenti che ci fanno dire che siamo passati da una radioterapia in due dimensioni a una “Radioterapia 3D” che, con la possibilità di valutare i movimenti del bersaglio da irradiare nel tempo (ad esempio come accade nel gating respiratorio) può addirittura essere considerata una “Radioterapia 4D”. Il tutto sottolineando il fatto che, grazie all’ipofrazionamento della dose, possiamo oggi erogare dosi maggiori rispetto al passato, in un tempo inferiore e senza incremento della tossicità”.

Dottor Giovanni Albano

Responsabile Unità Operativa Anestesia generale e Terapia Intensiva Humanitas Gavazzeni

“Il settore dell’anestesia è in continua evoluzione e ricerca e negli ultimi anni ha fatto registrare molti progressi. Così come per la chirurgia, anche la disciplina anestesiologica ha fatto i suoi passi in avanti verso la “mininvasività”. Ad esempio l’approccio ecografico, che permette di effettuare manovre anestesiologiche sotto visione, e di fare diagnosi più precise in ambito cardiologico e polmonare, è uno degli strumenti che ha permesso un grande salto di qualità in questa direzione. Da ricordare inoltre che tutta la disciplina dell’anestesia “periferica”, soprattutto in ambito ortopedico, si è giovata della diffusione dell’utilizzo ecografico. Oltre a questo, da ricordare è il progresso in tema di farmaci “manovrati” dall’anestesista, oggi enormemente più sicuri e maneggevoli”.