Le malattie gastrointestinali sono tra le patologie più diffuse in Italia: il Ministero della salute ha stimato ne soffra circa il 40% della popolazione.
Le forme più frequenti di disturbi che colpiscono l’apparato digerente sono la gastrite, la sindrome dell’intestino irritabile e il reflusso gastroesofageo, che si manifesta attraverso il bruciore di stomaco. Tutte queste sono patologie che spesso dipendono da un sistema di vita frenetico e poco attento alle azioni capaci di preservare il buon mantenimento della salute del nostro organismo.
Si tratta di malattie che tendono, da chi ne è colpito, a essere considerate poco pericolose e per questo vengono per lo più sottovalutate. «Se non vengono curate a dovere e per tempo – sottolinea Nicola Gaffuri, responsabile dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia di Humanitas Gavazzeni Bergamo – questi disturbi iniziali possono invece contribuire a sviluppare patologie più gravi, infiammatorie, come le esofagiti, le ulcere peptiche e le coliti croniche invalidanti. E in casi più estremi si può persino arrivare allo sviluppo di patologie neoplastiche».
Come prevenire le malattie gastrointestinali
Con l’aiuto del gastroenterologo, scopriamo le 10 regole comportamentali che possono aiutare a prevenire le malattie gastrointestinali:
- Praticare attività fisica costante
- Evitare il sovrappeso
- Adottare una dieta ricca di fibre e vitamine
- Mangiare spesso pasta, riso, pane, legumi e cereali
- Evitare grassi saturi, sale e carne rossa
- Evitare cibi ipercalorici
- Evitare gli zuccheri raffinati
- Ridurre il consumo di alcol
- Non fumare
- Non abusare di farmaci antinfiammatori.
Dieci semplici regole che devono essere rispettate senza dimenticare un’importante avvertenza: «Quando il bruciore di stomaco diventa sempre più insistente – ricorda il dottor Gaffuri – non bisogna pensare di poterlo curare da sé, senza rivolgersi al proprio medico di fiducia o a un gastroenterologo. È infatti fondamentale studiare la situazione attraverso esami specifici come la gastroscopia e la colonscopia, che devono essere effettuati soprattutto quando si rientra nella categoria dei soggetti a rischio, per ragioni di familiarità, sesso, età o condizione fisica».