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Reflusso gastroesofageo, non sottovalutate i suoi sintomi!

Il reflusso gastroesofageo non deve essere sottovalutato, soprattutto quando i suoi sintomi, dal bruciore di stomaco fino anche all’asma, si presentano con una frequenza superiore a una volta la settimana. Che cosa sia lo lascia intendere il suo nome stesso: si tratta di un ritorno (reflusso) in quantità eccessiva di acido gastrico dallo stomaco all’esofago.

Una situazione fastidiosa, che provoca precisi sintomi che possono però, a volte, essere attribuiti ad altri disturbi di natura digestiva, anche occasionali, come può essere ad esempio un’indigestione. Ne parliamo con il dottor Nicola Gaffuri, Responsabile dell’Unità Operativa di Gastroscopia ed  Endoscopia digestiva di Humanitas Gavazzeni.

Qual è la causa principale del reflusso?

«Il reflusso gastroesofageo (MRGE) è causato da un’incontinenza del cardias, la valvola posta fra esofago e stomaco, che perde la sua funzione di “porta a senso unico”, in genere a causa di un’ernia jattale. Quando questo avviene, il contenuto gastrico e, in particolare, l’acido refluiscono in maniera eccessiva all’interno dell’esofago, provocando i sintomi propri del reflusso».

Quali sono i sintomi del reflusso?

«Si tratta in primo luogo di un intenso bruciore localizzato dietro lo sterno, a livello della regione epigastrica, la parte centrale superiore dell’addome. Ma può verificarsi, anche se più raramente, un rigurgito di materiale alimentare fino alla gola. Sono sintomi che possono divenire più frequenti in presenza di esofagite, cioè di un’infiammazione dell’esofago, e che possono essere accompagnati da altri “segnali”, come disfagia, cioè difficoltà a deglutire, tosse stizzosa, faringolaringite e addirittura asma».

È possibile prevenire il reflusso gastroesofageo?

«Sì, il reflusso gastroesofageo può essere prevenuto attuando una particolare dieta alimentare in cui si evitino le bevande gassate, i cibi grassi in generale o irritanti quali il cioccolato, la menta, i cibi piccanti. Poi bisogna moderare l’uso di caffè e di alcolici».

Come si può curare il reflusso gastroesofageo?

«Se il bruciore da reflusso non è frequente, cioè si verifica meno di una volta alla settimana, si possono assumere antiacidi ogni volta che se ne presenta l’esigenza. Oppure può essere utile rivolgersi a un medico di medicina generale o a uno specialista gastroenterologo. Se invece i sintomi sono più frequenti è il caso di iniziare una terapia specifica a base di gastroprotettori, come gli inibitori della secrezione acida gastrica. Se questa terapia si mostra insufficiente e la sintomatologia si ripresenta nel tempo è utile eseguire una gastroscopia per verificare se si sia in presenza di un’infiammazione dell’esofago o di un’ernia jatale e procedere con la prescrizione della terapia più adeguata».

Il cambio di stagione può influire sul formarsi del reflusso?

«Le stagioni in cui si verificano più casi di reflusso sono la primavera e l’autunno. In quei periodi dell’anno può capitare che i sintomi del reflusso gastroesofageo si facciano sentire maggiormente, pur in assenza di una causa specifica».